"La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture non mancando mai, soprattutto nella liturgia, di nutrirsi del pane della vita, sia della Parola di Dio, sia del Corpo di Cristo". (Concilio Vaticano II)

giovedì 29 settembre 2011

Itinerari di fede - XI appuntamento

Torniamo a meditare attraverso il nuovo percorso ricco di diversi itinerari, sempre scritti dalla mano di padre Leopoldo, Priore Francescano Conventuale della Chiesa di San Francesco di Brescia (ringraziamo sempre Enza per l'opera non facile di trascrizione), concernenti ora la vita spirituale:

LA VITA SPIRITUALE (PARTE SECONDA)

Mentre preghi, tu cammini verso Dio. La qualità della tua preghiera esprime la qualità del tuo amore, la sola forza capace di "bruciare" la distanza infinita che ti separa da LUI. "Per liberarvi delle vostre cattive inclinazioni, non occupatevi tanto di esse: ciò alle volte è un modo di dar loro peso ed una virulenza che avevano prima e rischiereste di strappare il bene insieme al male (cfr. La parabola del buon grano e della zizzania. (Mt. 13, 24-30). Il modo giusto di eliminare il male non consiste nell'accanirvi contro, ma nel rivolgervi alla Luce, nel porre tutta la vostra attenzione sulla Luce; allora la vostra parte di ombra si affievolirà, sarà cancellata senza che la tagliate. Dio si incaricherà di tagliarla e di bruciarla nel giorno della mietitura. Rivolgetevi verso la speranza della mietitura".(Lanzo del Vasto). "Mentre Gesù pregava il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante" (Lc 9,29). E' significativo che Gesù si trasfiguri mentre è in colloquio intimo con il Padre. La preghiera, se fatta con il cuore trasfigura la persona. "Guardate a Lui e sarete raggianti; non saranno confusi i vostri volti" (Sal. 33,6). Anche Mosè dopo il contatto con Dio, scendeva dal monte con il volto luminoso, tanto che gli israeliti avevano timore di avvicinarsi a lui. L'anima che "guarda a Dio", che "si rivolge alla sua LUCE", è l'anima che prega. Quando uno prega, diventa "raggiante", perché irradia sugli altri la luce di Dio, che è AMORE, BENEVOLENZA, BONTÀ, MISERICORDIA. Tra VITA SPIRITUALE e PREGHIERA vi è un nesso profondo e inscindibile. Non solo non si possono mai separare, ma ognuna influisce in modo diretto sull'altra. L'anima che "guarda a Dio", che "si rivolge alla sua LUCE", è l'anima che prega. Quando uno prega, diventa "raggiante", perché irradia sugli altri la luce di Dio, che è AMORE, BENEVOLENZA, BONTÀ, MISERICORDIA. Tra VITA SPIRITUALE e PREGHIERA vi è un nesso profondo e inscindibile. Non solo non si possono mai separare, ma ognuna influisce in modo diretto sull'altra. E' vera la frase: "Dimmi come preghi e ti dirò come vivi". Ma è altrettanto vera la frase trasposta nei suoi termini: "Dimmi come vivi e ti dirò come preghi". La Vita Spirituale di un'anima, corrispondente al grado di comunione con Cristo, è direttamente proporzionale con la qualità di preghiera che la esprime e della quale è come il respiro. Madre Teresa di Calcutta ne è un esempio incarnato ai nostri tempi. Prima di andare a servire "gli ultimi della terra", ogni mattina trascorreva un'ora e mezza di adorazione davanti a Gesù Eucarestia. A sera, dopo il servizio instancabile prestato ai poveri, nello spirito della Carità di Cristo, concludeva la sua giornata con un'altra ora di "colloquio contemplativo". Le molte preghiere che ha composto, sgorgate dal suo grande cuore, sono una viva testimonianza di questa grande verità: la PREGHIERA, quando è autentica apre sempre l'anima alla CARITÀ. Vogliamo qui riportare uno dei suoi pensieri così delicati e profondi nei quali traspare il suo amore e la sua tenerezza per ogni essere umano. Anche il titolo è significativo: LA BONTÀ. "Non permettere mai che qualcuno venga a te e vada via senza essere migliore e più contento. Sii l'espressione della bontà di Dio. Bontà sul tuo volto e nei tuoi occhi, bontà nel tuo sorriso e nel tuo saluto. Ai bambini, ai poveri e a tutti coloro che soffrono nella carne e nello spirito, offri sempre un sorriso gioioso. Dai a loro non solo le tue cure ma anche il tuo cuore" (M. Teresa). Nel Cammino Spirituale (chiamato anche CAMMINO DI FEDE, perché questa è la virtù-fondamento che lo sorregge), s'impara a pregare non tanto dai libri quanto dal MAESTRO INTERIORE, lo SPIRITO SANTO, che è stato infuso nei nostri cuori. (cfr. Rom. 5,5). Per questo S. Giovanni Climaco afferma: "Dio fa il dono della preghiera a colui che prega". Ciò significa che A PREGARE S'IMPARA PREGANDO. Le leggi della preghiera sono le stesse che guidano e accompagnano la Vita Spirituale nel suo sviluppo. Nel cammino verso l'incontro con Dio, l'anima avverte che il cuore le si ALLARGA sempre più e contemporaneamente si ELEVA e si DILATA la sua preghiera. Proprio come chi scala una montagna: sale e salendo contempla orizzonti sempre più vasti.
LA VITA SPIRITUALE E’ LA SALITA AL MONTE SANTO DI DIO
Segnaliamo i principi che costituiscono la verifica sicura del traguardo raggiunto dall'anima nel suo cammino di santità. La preghiera è il termometro che infallibilmente lo rivela. Formuliamo anzitutto il criterio generale, per poi analizzare i vari "Passaggi" che manifestano il progredire della preghiera verso una dimensione sempre più coinvolgente e più vera.
L'INTERIORIZZAZIONE DELLA PREGHIERA ACCOMPAGNA SEMPRE L'INTERIORIZZAZIONE DELLA VITA. È un "Cammino", dall'esterno all'interno della persona. "IL VIAGGIO PIU' LUNGO che l'uomo può compiere è quello che lo porta ad entrare nel più profondo del proprio cuore" (Dag Hammarskïold).
Si va: a) da una preghiera prevalentemente "parlata" ad una preghiera prevalentemente "ascoltata". Nel suo primo stadio, la preghiera predominante è la PREGHIERA VOCALE (=fatta con le labbra) più o meno meccanica. Man mano che l'anima progredisce nel suo
Cammino Spirituale, passa ad una preghiera che coinvolge sempre più le sue facoltà interiori: MENTE, VOLONTÀ, CUORE. Mentre le PAROLE diminuiscono, ma si fanno più vere, crescono gli spazi di SILENZIO.
"Pregando non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venir ascoltati a forza di parole " (Mt. 6,7). b) - Da una preghiera "formale", ossia frammentata in varie "devozioni", ad una preghiera sempre più "sostanziale", che trova il suo Centro nella Persona di Gesù Cristo. L'anima infatti, quando inizia a pregare veramente avverte che entra in un contatto personale e vitale con Gesù Cristo. Scopre gradualmente in se stessa la sua PRESENZA IRRADIANTE e lo accoglie sempre più nel cuore perché diventi il punto costante di riferimento della propria vita. Sempre se è fedele alla voce dello Spirito, riscopre anche il valore INESTIMABILE ed INESAURIBILE della sua REDENZIONE come UNICA SORGENTE di ogni Grazia e di ogni Dono: "In verità in verità vi dico: Se chiederete al Padre qualche cosa NEL MIO NOME, Egli ve la darà" ( GV. 16,23). Anche il suo linguaggio muta: da una forma di MONOLOGO diventa sempre più VERO DIALOGO.
E' meno "freddo" e sempre più "riscaldato" dall'AMORE DELLO SPIRITO SANTO che la guida. (C - Da una preghiera in cui predomina la Domanda, legata alla richiesta di grazie, ad una preghiera che cede il posto sempre più alla LODE, all’ ADORAZIONE, al RENDIMENTO DI GRAZIE, man mano che l'anima scopre quanto è amata. Questo genera in lei un gioioso stupore che la spinge progressivamente ad aprirsi all’azione Gratuita di Dio. Riconosce umilmente le Meraviglie che Egli va compiendo in lei e si rende più disponibile a ricambiare il DONO RICEVUTO: "Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date" (Mt. 10,8). In questo cammino giunge all'APICE, che costituisce anche il TRAGUARDO a cui tende la Preghiera: la CONTEMPLAZIONE DI DIO, nel Quale TUTTO È AMORE CHE SI EFFONDE IN GRAZIA . LA VITA SPIRITUALE È LA SALITA AL MONTE SANTO DI DIO
d) Da una Preghiera CHIUSA SULLA PROPRIA PERSONA (e sui propri cari...), che risente ancora di troppi calcoli umani interessati, ad una PREGHIERA D'INTERCESSIONE, APERTA A TUTTA L'UMANITÀ. Intercedere significa farsi carico dei fratelli, nelle loro necessità, presentarli a Dio e implorarlo per loro. La preghiera d'INTERCESSIONE è un grande atto di UMILTÀ -Virtù cardine nella costruzione dell'edificio spirituale- perché ci fa riconoscere i nostri limiti, la nostra povertà radicale. L'UMILTÀ ci rende coscienti che quanto siamo e abbiamo è DONO DI DIO; ci apre perciò a Lui per chiederGli ogni cosa con la semplicità di un bambino che sa di avere bisogno di tutto. È un atto di FEDE, perché ci fa poggiare la nostra richiesta sulla PAROLA DI GESÙ che non si smentisce: "Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto" (Mt. 7,7). È un atto di SPERANZA, perché ci fa attendere da Dio con ferma fiducia, ciò che Gli chiediamo per i nostri fratelli. È un atto di CARITÀ, anzi il primo e più grande atto di Carità, perché nella preghiera d'INTERCESSIONE noi affidiamo a Dio, che è PADRE, la Sorte dei nostri fratelli, che non può essere altro se non il loro VERO BENE. Nella Bibbia rifulgono due Grandi Personaggi, divenuti MODELLI nella preghiera d'INTERCESSIONE: ABRAMO e MOSÈ. ABRAMO, con la Confidenza e l'Ardimento che si osa avere solo nei confronti dell'Amico più caro, supplica Dio per la salvezza degli abitanti di Sodoma. (cfr. Gen. 18, 16-33). È un dialogo molto bello e molto denso, sia in chiave di Fede, come in chiave puramente umana. MOSE', mentre procede nel cammino dell'ESODO -Figura chiara dell'Itinerario della VITA SPIRITUALE-, s'immedesima sempre più nella sorte del suo popolo. Supplica Dio, di cui si sente Intermediario, con accenti molto accorati, facendo appello alla Sua Misericordia, di non far perire con la morte coloro che ha liberati dalla schiavitù.
L'anima che progredisce nel Cammino della preghiera arriva ad assumere in proprio i problemi che affliggono l'umanità e li presenta a Dio con la Fiducia di un figlio, che sa di poter contare sempre, per la Mediazione di GESÙ, sul Suo AMORE e sulla Sua MISERICORDIA di PADRE. "Tutto quello che chiederete con Fede nella preghiera, lo otterrete" (Mt. 21,22). (e - Da una preghiera fatta di pie pratiche o di formule tradizionali ad una preghiera sempre più BIBLICA: l'anima sente il bisogno di esprimersi con la PAROLA DI DIO e specialmente con i SALMI. Non ci sono parole umane che possano tradurre adeguatamente L'ESPERIENZA INTERIORE, INEFFABILE (= Inesprimibile), che essa via via sta vivendo. Effondendosi sempre più con la PAROLA DI DIO, che medita nel suo cuore, l'anima SCOPRE che LUI E' IL TUTTO e lei il NULLA. CIÒ CHE È E CIÒ CHE HA È PURO DONO SUO. Perciò dà sempre più spazio a LUI e meno a se stessa. S. Francesco d'Assisi, Grande Contemplativo, l'ha espresso in una delle sue brevi ma ardenti "preghiere del cuore": "Mio DIO, chi sei TU e chi sono io?... “ (f - Da una preghiera rivolta solamente a GESÙ CRISTO ad una preghiera che, nella CIRCOLARITA' dell'AMORE, diventa sempre più TRINITARIA. GESU' rivela il PADRE e dona lo SPIRITO SANTO. Partendo quindi da Gesù, l'anima entra in un rapporto sempre più intimo con ognuna delle Tre Persone Divine, secondo la formulazione del Mistero SORGENTE DI TUTTA LA REALTÀ CHE ESISTE: DA CRISTO AL PADRE NELLO SPIRITO SANTO. S. Maria Maddalena De' Pazzi, religiosa carmelitana e mistica, vissuta nella seconda metà del 1500, esprime così l'ESPERIENZA dell'AMORE TRINITARIO: "Questa è l'opera che continuamente fa la Santissima Trinità nelle sue creature: il PADRE ASPIRA in esse, cioè desidera la loro salvezza, il FIGLIO RESPIRA, riposandosi in esse e rendendole gradite a Dio; lo SPIRITO SANTO ISPIRA, ossia le va illuminando perché possano camminare di virtù in virtù". Man mano che l'anima progredisce nel cammino della preghiera, fa un'esperienza sempre PIÙ P ROFONDA e DIRETTA di Dio, perché gradualmente si abbandona allo SPIRITO SANTO, che è SPIRITO DI PIETÀ! È LUI che nell'anima prega il PADRE con la VOCE DEL FIGLIO. Lo Spirito Santo che prega in noi è fonte dell'amore che opera. Così nell'AMORE la vita si fa PREGHIERA e la PREGHIERA si fa VITA. Per concludere, riportiamo un esempio di preghiera "matura" che ha raggiunto le profondità della persona, là dove ogni essere umano incontra Dio e incontra anche pienamente se stesso. O TU che abiti nel profondo del mio cuore, fa che io ti incontri nel profondo del mio cuore. O TU che abiti nel profondo del mio cuore, fammi udire la Tua voce nel profondo del mio cuore. O TU che abiti nel profondo del mio cuore, custodiscimi accanto a Te nel profondo del mio cuore, O TU che abiti nel profondo del mio cuore, PADRE, FIGLIO, SPIRITO SANTO, SORGENTE ETERNA DELLA VITA NELLA COMUNIONE ETERNA DELL AMORE: ogni LODE, ONORE e GLORIA nei secoli dei secoli da tutti coloro che Ti amano e Ti seguono nella VIA DEL RITORNO alla Patria Celeste. Amen
Mosè, tra Aronne e Cur, prega per il suo popolo: la potenza della preghiera ( Es. 17,8-16).
Un giovane, Michele Chinellato, morto di leucemia all'Ospedale di Vicenza il 21 luglio 1986, a ventidue anni di età, ha scritto, in forma di Diario, delle preghiere che rivelano la maturità raggiunta nel Cammino della sua VITA SPIRITUALE. Sono preghiere che riecheggiano la Parola di Dio, i Salmi, di cui si nutre sempre l'anima che si impegna nel Cammino dello Spirito. In questa preghiera, che riportiamo, sgorgata veramente dal cuore, Michele esprime la più consolante delle verità: Dio è il nostro invisibile Amico, che vive sempre con noi. Per questo Egli stesso ha voluto chiamarsi l'EMMANUELE, che significa : IL DIO CON NOI. Nella misura in cui tu ti affidi a Lui mediante la preghiera, che alimenta la fede, percepisci la sua presenza accanto a te "qui" e "ora", ossia in ogni istante ed in ogni situazione della tua vita. Anche per te allora si avvera l'esperienza "trasfigurante" della fede: Per questo Egli stesso ha voluto chiamarsi l'EMMANUELE, che significa : IL DIO CON NOI. Nella misura in cui tu ti affidi a Lui mediante la preghiera, che alimenta la fede, percepisci la sua presenza accanto a te "qui" e "ora", ossia in ogni istante ed in ogni situazione della tua vita. Anche per te allora si avvera l'esperienza "trasfigurante" della fede: nelle prove e nelle sofferenze Lui ti dona Forza, nell'angoscia e nella solitudine Lui ti offre Sicurezza, nel cuore sempre Gioia e Pace e per il futuro la Speranza. Ti sale perciò spontanea dal cuore quella dolce parola: GRAZIE! CON TE ACCANTO, SIGNORE, SONO FELICE. E quando, è sera, mi accorgo, o Signore, che è bello vivere con Te vicino, con Te che accompagni e muovi ogni mio passo. Con Te vicino non avrò più paura e mai smetterò di stupirmi del tuo perdono infinito. Ogni mia speranza, ogni mia gioia è riposta in Te. E' bello, Signore, averti vicino! Sapere che Tu ci sei, anche quando io mi allontano da Te. So che sarai Tu a sollevare il mio capo, chino nella vergogna per non averti obbedito. E' bello, Signore, troppo bello essere dalla tua parte, con Te, per Te, essere in Te, poter scrivere lodi finché la carta è l'inchiostro finisce, finché la mano, stanca di scrivere, non si ferma, per poi riprendere, frenetica, a segnare le parole che passano davanti a me, non come un placido fiume, ma come un turbolento ruscello, torrente di montagna, che con la sua onda scavalca altre onde, sovrapponendosi confusamente, ma ricco di gioia infinita. E' bello, Signore, sapere che tu ci sei.

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