"La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture non mancando mai, soprattutto nella liturgia, di nutrirsi del pane della vita, sia della Parola di Dio, sia del Corpo di Cristo". (Concilio Vaticano II)

domenica 2 ottobre 2011

Capire la Santa Messa - XV Appuntamento

Torna l'appuntamento domenicale con la meditazione sul significato della Santa Messa, con gli approfondimenti di padre Leopoldo, Priore Francescano Conventuale della Chiesa di San Francesco di Brescia:

CAPIRE LA MESSA
15° PARTE

La preghiera universale 

Dopo il credo si recita la preghiera universale, che conclude la liturgia della Parola.
La preghiera universale o “preghiera dei fedeli” è una tradizione molto antica. Essa si radica nella tradizione ebraica che associa benedizioni e preghiere di domanda in una lode confidente in Dio. Essa si appoggia anche sulle raccomandazioni di san Paolo: “Raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio. Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità.” (1Tm 2, 1-4). La preghiera dei fedeli nel corso della messa è stata sfortunatamente abbandonata verso il VI secolo. E’ la riforma liturgica dell’ultimo concilio che ha permesso di riannodare i rapporti con questa tradizione molto antica. L’OGMR (Ordinamento generale Messale Romano) la definisce così: “Nella preghiera universale, o preghiera dei fedeli, il popolo risponde in un certo modo alla Parola di Dio accolta con fede e, esercitando il proprio sacerdozio battesimale, offre a Dio preghiere per la salvezza di tutti” (n° 69). Si tratta dunque proprio della preghiera del popolo, dell’assemblea, che intercede per i bisogni del mondo e dei membri della comunità. Idealmente, questa preghiera non dovrebbe essere composta dal sacerdote celebrante, come troppo spesso avviene, ma dai fedeli. In alcune parrocchie ci sono esperienze molto significative al riguardo. Questa preghiera è universale, perché essa si allarga alle dimensioni della chiesa universale. Non è dunque prima di tutto una preghiera per noi, per i nostri propri bisogni, ma una preghiera per il mondo, per l’universo intero. Esaminiamo ora lo svolgimento di questa preghiera.

L’invito
 
Il celebrante invita l’assemblea alla preghiera. Ecco (vale come esempio) una proposizione del Messale Romano per la Quaresima: “All’avvicinarsi delle solennità pasquali, preghiamo il Signore in modo più pressante, affinché l’universo intero benefici maggiormente delle ricchezze del mistero della salvezza”.
O ancora questa introduzione proposta per il tempo ordinario, che manifesta bene l’apertura della nostra preghiera al mondo intero: “E ora, fratelli carissimi, apriamo i nostri cuori a tutte le sofferenze e a tutti i bisogni dei nostri fratelli uomini”.

Le intenzioni di preghiera
 
Le intenzioni sono lette da un diacono o da un lettore. Possono essere dette dai membri dell’assemblea nel caso di una preghiera spontanea. Se dovete comporre delle intenzioni di preghiera universale, l’OGMR (n° 70) vi suggerisce di pregare:
─ per i bisogni della chiesa, per i suoi pastori e i suoi fedeli;
─ per i dirigenti degli affari pubblici, affinché operino a favore di una vera pace nella giustizia, e per la salvezza del mondo intero;
─ per tutti coloro che sono oppressi da una difficoltà;
─ per la comunità locale, per i suoi defunti e per i suoi bisogni particolari.
Dopo ogni intenzione, l’assemblea prega cantando un ritornello o restando semplicemente in silenzio.
 
La conclusione
 
Al termine di queste diverse domande, il sacerdote conclude con una orazione. Ecco un esempio proposto dal messale: “O Dio che tutto conosci, tu vedi tutti i bisogni della nostra vita umana. Accogli le preghiere di coloro che credono in te, esaudisci i desideri di coloro che ti supplicano. Per Cristo nostro Signore.
Il modello più sorprendente di preghiera universale è la grande intercessione del Venerdì Santo, con le dieci preghiere per la santa Chiesa, per il Papa, i vescovi e i presbiteri, per i catecumeni, per l’unità dei cristiani, per gli ebrei, per quelli che non credono in Gesù, per quelli che non conoscono Gesù, per i poteri pubblici e per quelli che soffrono. Ritroveremo queste intercessioni nella preghiera eucaristica, particolarmente per il Papa, per i vescovi, per i defunti e per tutto il popolo di Dio. Al fine di evitare dei doppioni, possiamo fare attenzione che le intenzioni della preghiera universale si ispirino alle letture che sono state appena proclamate. Così, la preghiera universale permetterà una buona conclusione della liturgia della Parola, che suscita le domande, prima di incominciare la grande preghiera eucaristica, che è l’intercessione per eccellenza. In alcune parrocchie , la preghiera universale è seguita dagli “avvisi” e dalla presentazione del lavoro sostenuto con le offerte della questua. Questi avvisi possono anche farsi, più opportunamente, alla fine della messa, prima del congedo. Posti dopo le preghiere, sono l’occasione di portare nella nostra preghiera i differenti avvenimenti parrocchiali, così come i bambini che saranno battezzati, i giovani che si son sposati e i parrocchiani che hanno raggiunto la casa del Padre.

Ricapitolando
 
La liturgia della Parola si conclude con la preghiera universale, che è la preghiera dei fedeli per l’universo, per il mondo intero. Dopo un invito del celebrante, formuliamo diverse intenzioni per la chiesa, per i responsabili politici, per le persone che soffrono e per la comunità locale.
Queste preghiere possono essere ispirate dalle letture del giorno oppure essere dette in maniera spontanea. Anche senza dirle ad alta voce, è questo il momento per ognuno di noi di affidare al Signore le intenzioni che portiamo nel cuore.

 

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