"La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture non mancando mai, soprattutto nella liturgia, di nutrirsi del pane della vita, sia della Parola di Dio, sia del Corpo di Cristo". (Concilio Vaticano II)

giovedì 1 settembre 2011

Itinerari di fede - VIII appuntamento

Torniamo a meditare attraverso il nuovo percorso ricco di diversi itinerari, sempre scritti dalla mano di padre Leopoldo, Priore Francescano Conventuale della Chiesa di San Francesco di Brescia (ringraziamo sempre Enza per l'opera non facile di trascrizione):

ITINERARI

Vittoria! Alleluia!
 
C'era un Uomo che perdeva sangue nel giardino degli ulivi, ma un traditore, baciandolo, rivelò l'amore di cui quell'Uomo era capace. C'era un uomo in silenzio davanti all'adultero Erode, ma il silenzio del condannato sconfisse l'eloquenza del peccatore. C'era un uomo sapiente davanti al debole Pilato, ma fu invano che i flagellatori aggredirono la verità. C'era un Uomo di bene che portava una croce tra le grida di quelli del sinedrio e le lacrime delle pie donne, ma l'affetto della madre rese più leggero il suo cammino. C'era un uomo che moriva sulla croce, ma il suo volto pieno di luce, fu risposta d'amore alla crudeltà dei suoi boia. Si udì un grido di dolore uscire dal petto ferito: «Padre, perdona loro». La voce si perse nel vento, ma spaccò il velo del tempio rivelando l'unità nell'amore. Ci furono segni di fallimento nell'ultimo sospiro del crocefisso, ma un grido di fede esplose dal petto del centurione romano. Ci furono tenebre che dominavano la terra, mentre il buon ladrone entrava nella vera luce. Ci fu un corpo inerte fra le braccia di una donna piena di vita, prima che un sepolcro prestato accogliesse il redentore dell'umanità. All'improvviso dal sepolcro sbocciò la vita, ed il risuscitato riempì di festa la terra redenta. La notte fuggì spaventata facendo sorgere l'eterna aurora. C'erano apostoli tremanti, quando il Cristo apparve, ma divennero intrepidi eroi dopo la sua ascensione. Ci fu un tempo di paura a metter in fuga gli amici, ma lo Spirito di Cristo vinse per sempre la barriera del timore. La notte tragica cedette così il posto alla risurrezione. È la storia di un condannato che era giudice dei vivi e speranza dei morti. C'era una volta un unico Cristo che predicava la Buona Novella, ma Egli si moltiplicò in ognuno di noi, e fece di ogni giorno della Chiesa una nuova Pentecoste. 
(Vito Groppelli)

ITINERARIO: La mia vocazione è l'amore
 
Siccome le mie immense aspirazioni erano per me un martirio, mi rivolsi alle lettere di san Paolo, per trovarvi finalmente una risposta. Gli occhi mi caddero per caso sui capitoli 12 e 13 della prima lettera ai Corinzi. Continuai nella lettura e non mi perdetti d'animo. Trovai così una frase che mi diede sollievo: "Aspirate ai carismi più grandi. E io vi mostrerò una via migliore di tutte" [1 Cor 12,31]. L'Apostolo infatti dichiara che anche i carismi migliori sono un nulla senza la carità, e che questa medesima carità è la via più perfetta che conduce con sicurezza a Dio. Avevo trovato finalmente la pace. Considerando il corpo mistico della Chiesa, non mi ritrovavo in nessuna delle membra che san Paolo aveva descritto, o meglio, volevo vedermi in tutte. La carità mi offrì il cardine della mia vocazione. Compresi che la Chiesa ha un corpo composto di varie membra, ma che in questo corpo non può mancare il membro necessario e più nobile. Capii che solo l'amore spinge all'azione le membra della Chiesa e che, spento questo amore, gli apostoli non avrebbero più annunziato il vangelo, i martiri non avrebbero più versato il loro sangue. Allora con somma gioia ed estasi dell'animo gridai: O Gesù, mio amore, ho trovato finalmente la mia vocazione. La mia vocazione è l'amore. Sì, ho trovato il mio posto nella Chiesa, e questo posto me lo hai dato tu, o mio Dio. Nel cuore della Chiesa, mia madre, io sarò l'amore ed in tal modo sarò tutto e il mio desiderio si tradurrà in realtà.
(S. Teresa di Gesù Bambino, Storia di un'anima)

ITINERARIO: LA CRISI
 
Solo una terra ben lavorata può diventare terra propizia, ci dicono i contadini. Per questo
paradossalmente un tempo di difficoltà e sconvolgimenti può rivelarsi come il tempo più adatto a una nuova nascita: ogni parto è preceduto dalle doglie, ogni nuova illuminazione e crescita sconta la propria stagione dell'inferno, ogni passaggio di iniziazione è scandito dal ritmo di notti scure. E mi piace pensare che ogni crisi abbia l'effetto dei sassi di Pollicino che, nel folto del bosco, riescono sempre a indicare la strada. Ogni crisi ci permette allora di elevarci al di sopra della superficie del mondo, per scorgere le cime inviolate che la nebbia nasconde a coloro che vivono nella pianura. Viene un giorno in cui, dentro la tua penombra o nel tuo labirinto, si apre un varco inaspettato che ti indica il sentiero dentro il non senso. Nel profondo della notte, nel buio della crisi, c'è sempre una luce verso cui andiamo, o che viene verso di noi.
(Don Luigi Verdi) 

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