CAPIRE LA MESSA
5a PARTE
IL RUOLO CENTRALE DELL’ALTARE
La meta della processione d’ingresso è l’altare, la mensa sulla quale sarà celebrata la messa. Avete notato che la prima azione del celebrante è baciare l’altare. Lo incenserà anche. Questi gesti rimangono del tutto incomprensibili – arrivate forse a baciare la vostra tavola prima di mangiare? – se non si capisce il significato dell’altare. Proviamo allora a spiegare.
L’altare
Altaare traduce il latino altare che deriva da altus, “elevato”. Perché elevato? Perché nelle differenti religioni, l’altare rappresenta il luogo alto che serve da congiunzione tra la divinità e gli uomini. L’altare è una pietra o una tavola che si costruisce spesso su un luogo elevato sulla quale si offre cibo agli dei. Poste sull’altare, le offerte passano nella sfera del sacro. Nell’AT, questa tavola non è dunque accessibile a tutti: i sacerdoti soltanto, generalmente, possono avvicinarsi. Dopo l’offerta, una parte del cibo è restituita ai sacerdoti e ai fedeli: è un cibo sacro che essi ricevono da Dio e che li fa comunione con Lui. I cristiani hanno conservato questo simbolismo forte dell’altare. L’altare è un punto di riferimento per il fedele: sopra di esso viene ricordata l’offerta del Figlio unigenito; sopra di esso è distribuito il cibo dell’eternità. L’altare è davvero il luogo per eccellenza nel quale Dio e l’uomo si incontrano e si uniscono9, il luogo nel quale Dio va verso l’uomo e l’uomo va verso Dio. luogo del sacrificio, l’altare è anche il luogo del pasto. E’ la mensa nella quale i figli di Dio vengono per mangiare e per bere.
L’altare è il Cristo
Nella nuova alleanza, l’altare acquisterà una dimensione nuova, che va ben al di là di tutti i simboli evocati: esso sarà identificato con il Cristo stesso. Nel quinto prefazio del tempo pasquale, leggiamo: “Offrendo il suo corpo sulla croce, diede compimento ai sacrifici antichi, e donandosi per la nostra redenzione, divenne altare, vittima e sacerdote”. Comprendiamo bene che Cristo sia il sacerdote: è lui che officia e che pronuncia le parole del sacrificio: “Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue”. Riusciamo a capire che Egli sia anche la vittima: è proprio Lui che si offre sulla croce. Ma come può essere anche l’altare? Ecco due spiegazioni che si completano tra loro:
1. Abbiamo visto che l’altare è il luogo di congiunzione tra Dio e l’uomo, il luogo in cui si realizza la comunione, il luogo dell’alleanza. Possiamo dire che il Cristo adempie in pienezza questa comunione nel suo corpo. in effetti, nel suo corpo, Dio e l’uomo non formano che una cosa sola, poiché il Cristo è veramente Dio e veramente uomo. Di più, dando la sua vita, è tutta la nostra umanità che Gesù offre a Dio con una offerta perfetta. In cambio riceviamo il suo corpo e il suo sangue come nutrimento divino. Il corpo di Cristo è dunque il “luogo” stesso della comunione perfetta tra Dio e l’uomo, il “luogo” nel quale noi ci offriamo a Dio, e il “luogo” nel quale noi lo riceviamo; è dunque il vero “altare”.
2. Il Cristo si presenta Egli stesso come la pietra angolare: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi” (Mt 21,42). San Paolo riprenderà questa immagine affermando che Gesù è la “Pietra angolare” sulla quale tutto riposa: “Voi siete) edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù” (Ef 2,20).
L’altare è proprio la “pietra centrale” che rappresenta il Cristo stesso. E’ dunque “il mobile” più importante della chiesa. Nella liturgia, è opportuno che sia collegato nel posto migliore, perché tutto vi si organizzerà intorno. Occorre che tutti lo vedano. Per riprendere il simbolismo di Cristo, pietra angolare, l’altare è fatto solitamente in pietra, oppure contiene una pietra. La sua forma rettangolare è quella di una tomba, che ricorda la tomba vuota del mattino di Pasqua per evocare la resurrezione.
Il bacio dell’altare
Comprendiamo meglio ora perché l’altare è oggetto di una così grande venerazione. Del resto, durante la messa, non ci si inchina più davanti al tabernacolo bensì davanti all’altare, segno di Cristo che si offre a noi. I ministri ordinati lo baceranno anche all’inizio e alla fine della messa. Per afferrare ancora meglio il significato e l’importanza dell’altare, possiamo accennare brevemente alla sua consacrazione che è il rito principale della “dedicazione” (inaugurazione) delle chiese. Questo rito è impressionante: il vescovo si toglie la sua casula e indossa un grembiale. Dopo avere fatto le unzioni sulle cinque croci (una al centro e le altre ai quattro angoli), egli spalma e friziona tutto l’altare con il sacro crisma.
− L’unzione con il santo crisma fa di questa pietra il simbolo di Cristo che il Padre ha unto di Spirito Santo.
− L’incenso che si fa bruciare sull’altare simbolizza il sacrificio di Cristo che si è offerto al Padre suo in odore di santità, e anche le preghiere dei fedeli che salgono verso il Signore.
− Le tovaglie poste sull’altare manifestano che esso è la tavola del pasto eucaristico, dove Dio e l’uomo comunicano non più nel sangue di vittime animali, ma nel sangue di Cristo, morto e risorto.
− Lo splendore delle candele, che circondano l’altare, evoca il Cristo “Luce delle nazioni” (Lc 2,32)
− Sotto la tavola dell’altare, noi poniamo delle reliquie di santi per manifestare la nostra unione con tutti quelli e tutte quelle che ci hanno preceduto.
Qual è il significato di questo bacio? Esso è un gesto di venerazione, di tenerezza rispettosa nei confronti del simbolo consacrato della presenza di Dio, di Cristo e della chiesa del cielo (in ragione delle reliquie dei santi sigillate nell’altare). Il presbiterio e il diacono esprimono così la loro comunione con tutto il mistero di Dio, rivelato e realizzato una volta per tutte nel sacrificio di Cristo; il loro bacio simbolizza la loro adesione a tutto ciò che sta per essere attualizzato sull’altare.
L’incenso dell’altare
Poi, almeno nelle grandi feste, il celebrante incensa l’altare. Questa prima incensazione costituisce un gesto di venerazione dell’altare, rivolto a Cristo, nostra “Roccia”. L’incenso ricorda il “nembo” che riempì il santuario, quando Salomone consacrò il primo tempio. L’incenso fa anche una diretta allusione a un versetto di un salmo: “Come incenso salga a te la mia preghiera” (Salmo 140). L’incenso è una resina aromatica che brucia sprigionando un fumo odorifero. La chiesa offre a Dio l’incenso per significare concretamente la sua adorazione e la sua preghiera.
Questo fu il gesto dei Magi, che si sono prosternati davanti al Bambino Gesù e gli hanno offerto oro, incenso e mirra. (cf Mt 2,11). L’altare non è la sola cosa ad essere incensata. Tutto ciò che, in un modo o nell’altro, tocca Dio o è toccato da Lui riceve l’omaggio dell’incenso: la Croce, il libro dei Vangeli, le offerte, il sacerdote stesso e i fedeli.
Ricapitolando
L’altare è la suppellettile più importante della chiesa, perché è il segno di Cristo stesso. In effetti, il Cristo non è solamente il sacerdote e la vittima del sacrificio, ma è anche l’altare perché nel suo corpo offerto si uniscono nella maniera più perfetta Dio e l’uomo: il Cristo offre la nostra umanità a Dio e ci dà il suo corpo come nutrimento divino. Di più, il Cristo si presenta egli stesso come la pietra angolare, la pietra centrale sulla quale tutto si costruisce. Ecco perché l’altare è venerato in una maniera del tutto particolare: i membri della processione si inchinano davanti a esso, i ministri ordinati lo baciano, e colui che presiede la liturgia lo incensa. Quando vediamo il sacerdote baciare l’altare e incensarlo, perché non unirci a lui, nel nostro cuore? Veneriamo, anche noi, il Cristo. e prima che la messa incominci, possiamo fissare il nostro sguardo sull’altare e pensare a tutto ciò che esso rappresenta!
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