"La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture non mancando mai, soprattutto nella liturgia, di nutrirsi del pane della vita, sia della Parola di Dio, sia del Corpo di Cristo". (Concilio Vaticano II)

domenica 17 luglio 2011

Capire la Santa Messa - V Appuntamento

Torna l'appuntamento domenicale con la meditazione sul significato della Santa Messa, con gli approfondimenti di padre Leopoldo, Priore Francescano Conventuale della Chiesa di San Francesco di Brescia:


CAPIRE LA MESSA
5a PARTE

IL RUOLO CENTRALE DELL’ALTARE
La meta della processione d’ingresso è l’altare, la mensa sulla quale sarà celebrata la messa. Avete notato che la prima azione del celebrante è baciare l’altare. Lo incenserà anche. Questi gesti rimangono del tutto incomprensibili – arrivate forse a baciare la vostra tavola prima di mangiare? – se non si capisce il significato dell’altare. Proviamo allora a spiegare.

L’altare

Altaare traduce il latino altare che deriva da altus, “elevato”. Perché elevato? Perché nelle differenti religioni, l’altare rappresenta il luogo alto che serve da congiunzione tra la divinità e gli uomini. L’altare è una pietra o una tavola che si costruisce spesso su un luogo elevato sulla quale si offre cibo agli dei. Poste sull’altare, le offerte passano nella sfera del sacro. Nell’AT, questa tavola non è dunque accessibile a tutti: i sacerdoti soltanto, generalmente, possono avvicinarsi. Dopo l’offerta, una parte del cibo è restituita ai sacerdoti e ai fedeli: è un cibo sacro che essi ricevono da Dio e che li fa comunione con Lui. I cristiani hanno conservato questo simbolismo forte dell’altare. L’altare è un punto di riferimento per il fedele: sopra di esso viene ricordata l’offerta del Figlio unigenito; sopra di esso è distribuito il cibo dell’eternità. L’altare è davvero il luogo per eccellenza nel quale Dio e l’uomo si incontrano e si uniscono9, il luogo nel quale Dio va verso l’uomo e l’uomo va verso Dio. luogo del sacrificio, l’altare è anche il luogo del pasto. E’ la mensa nella quale i figli di Dio vengono per mangiare e per bere.

L’altare è il Cristo

Nella nuova alleanza, l’altare acquisterà una dimensione nuova, che va ben al di là di tutti i simboli evocati: esso sarà identificato con il Cristo stesso. Nel quinto prefazio del tempo pasquale, leggiamo: “Offrendo il suo corpo sulla croce, diede compimento ai sacrifici antichi, e donandosi per la nostra redenzione, divenne altare, vittima e sacerdote”. Comprendiamo bene che Cristo sia il sacerdote: è lui che officia e che pronuncia le parole del sacrificio: “Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue”. Riusciamo a capire che Egli sia anche la vittima: è proprio Lui che si offre sulla croce. Ma come può essere anche l’altare? Ecco due spiegazioni che si completano tra loro:
1.       Abbiamo visto che l’altare è il luogo di congiunzione tra Dio e l’uomo, il luogo in cui si realizza la comunione, il luogo dell’alleanza. Possiamo dire che il Cristo adempie in pienezza questa comunione nel suo corpo. in effetti, nel suo corpo, Dio e l’uomo non formano che una cosa sola, poiché il Cristo è veramente Dio e veramente uomo. Di più, dando la sua vita, è tutta la nostra umanità che Gesù offre a Dio con una offerta perfetta. In cambio riceviamo il suo corpo e il suo sangue come nutrimento divino. Il corpo di Cristo è dunque il “luogo” stesso della comunione perfetta tra Dio e l’uomo, il “luogo” nel quale noi ci offriamo a Dio, e il “luogo”  nel quale noi lo riceviamo; è dunque il vero “altare”.
2.       Il Cristo si presenta Egli stesso come la pietra angolare: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi” (Mt 21,42). San Paolo riprenderà questa immagine affermando che Gesù è la “Pietra angolare” sulla quale tutto riposa: “Voi siete) edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù” (Ef 2,20).
L’altare è proprio la “pietra centrale” che rappresenta il Cristo stesso. E’ dunque “il mobile” più importante della chiesa. Nella liturgia, è opportuno che sia collegato nel posto migliore, perché tutto vi si organizzerà intorno. Occorre che tutti lo vedano. Per riprendere il simbolismo di Cristo, pietra angolare, l’altare è fatto solitamente in pietra, oppure contiene una pietra. La sua forma rettangolare è quella di una tomba, che ricorda la tomba vuota del mattino di Pasqua per evocare la resurrezione.

Il bacio dell’altare

Comprendiamo meglio ora perché l’altare è oggetto di una così grande venerazione. Del resto, durante la messa, non ci si inchina più davanti al tabernacolo bensì davanti all’altare, segno di Cristo che si offre a noi. I ministri ordinati lo baceranno anche all’inizio e alla fine della messa. Per afferrare ancora meglio il significato e l’importanza dell’altare, possiamo accennare brevemente alla sua consacrazione che è il rito principale della “dedicazione” (inaugurazione) delle chiese. Questo rito è impressionante: il vescovo si toglie la sua casula e indossa un grembiale. Dopo avere fatto le unzioni sulle cinque croci (una al centro e le altre ai quattro angoli), egli spalma e friziona tutto l’altare con il sacro crisma.
  L’unzione con il santo crisma fa di questa pietra il simbolo di Cristo che il Padre ha unto di Spirito Santo.
  L’incenso che si fa bruciare sull’altare simbolizza il sacrificio di Cristo che si è offerto al Padre suo in odore           di santità, e anche le preghiere dei fedeli che salgono verso il Signore.
  Le tovaglie poste sull’altare manifestano che esso è la tavola del pasto eucaristico, dove Dio e l’uomo comunicano non più nel sangue di vittime animali, ma nel sangue di Cristo, morto e risorto.
  Lo splendore delle candele, che circondano l’altare, evoca il Cristo “Luce delle nazioni” (Lc 2,32)
  Sotto la tavola dell’altare, noi poniamo delle reliquie di santi per manifestare la nostra unione con tutti quelli e tutte quelle che ci hanno preceduto.
Qual è il significato di questo bacio? Esso è un gesto di venerazione, di tenerezza rispettosa nei confronti del simbolo consacrato della presenza di Dio, di Cristo e della chiesa del cielo (in ragione delle reliquie dei santi sigillate nell’altare). Il presbiterio e il diacono esprimono così la loro comunione con tutto il mistero di Dio, rivelato e realizzato una volta per tutte nel sacrificio di Cristo; il loro bacio simbolizza la loro adesione a tutto ciò che sta per essere attualizzato sull’altare.

L’incenso dell’altare

Poi, almeno nelle grandi feste, il celebrante incensa l’altare. Questa prima incensazione costituisce un gesto di venerazione dell’altare, rivolto a Cristo, nostra “Roccia”. L’incenso ricorda il “nembo” che riempì il santuario, quando Salomone consacrò il primo tempio. L’incenso fa anche una diretta allusione a un versetto di un salmo: “Come incenso salga a te la mia preghiera” (Salmo 140). L’incenso è una resina aromatica che brucia sprigionando un fumo odorifero. La chiesa offre a Dio l’incenso per significare concretamente la sua adorazione e la sua preghiera.
Questo fu il gesto dei Magi, che si sono prosternati davanti al Bambino Gesù e gli hanno offerto oro, incenso e mirra. (cf Mt 2,11). L’altare non è la sola cosa ad essere incensata. Tutto ciò che, in un modo o nell’altro, tocca Dio o è toccato da Lui riceve l’omaggio dell’incenso: la Croce, il libro dei Vangeli, le offerte, il sacerdote stesso e i fedeli.

Ricapitolando

L’altare è la suppellettile più importante della chiesa, perché è il segno di Cristo stesso. In effetti, il Cristo non è solamente il sacerdote e la vittima del sacrificio, ma è anche l’altare perché nel suo corpo offerto si uniscono nella maniera più perfetta Dio e l’uomo: il Cristo offre la nostra umanità a Dio e ci dà il suo corpo come nutrimento divino. Di più, il Cristo si presenta egli stesso come la pietra angolare, la pietra centrale sulla quale tutto si costruisce. Ecco perché l’altare è venerato in una maniera del tutto particolare: i membri della processione si inchinano davanti a esso, i ministri ordinati lo baciano, e colui che presiede la liturgia lo incensa. Quando vediamo il sacerdote baciare l’altare e incensarlo, perché non unirci a lui, nel nostro cuore? Veneriamo, anche noi, il Cristo. e prima che la messa incominci, possiamo fissare il nostro sguardo sull’altare e pensare a tutto ciò che esso rappresenta!


0 commenti:

Posta un commento