N° 2
LA RIUNIONE DELLA CHIESA
LA CHIAMATA DELLE CAMPANE
Le campane hanno una magnifica funzione: essere la voce di Dio che chiama quelli e quelle che credono in Lui perché vengano a trovarlo. Piccoli e grandi, malati e sani, ricchi e poveri, santi e peccatori, le campane invitano tutti. Il suono delle campane ci ricorda che la messa non è una riunione segreta alla quale sarebbero convocati solo gli iniziati. Tutti possono venire. Nello stesso tempo, le campane lasciano liberi. Anche se suonano un po’ forte, si possono ignorare, e si può continuare a dormire: Dio non viene a farci uscire dal letto….. quando non suonano per una messa, la funzione delle campane, oltre a quella di indicarci l’ora, è quella di chiamarci alla preghiera. E’ questo il senso del suono al mattino, a mezzogiorno e alla sera.
Poiché le campane sono la “voce di Dio” che ci invita alla messa o alla preghiera, perché non avere un pensiero per il Signore, una preghiera breve, quando sentiamo suonare le ore?
Quando arriva l’ora della messa, le campane ci invitano a metterci per strada, a prepararci a questo grande avvenimento; esse ci ricordano anche che siamo invitati, convocati da Dio per fare Chiesa.
COME PREPARARSI ALLA MESSA?
Un appuntamento amoroso, un incontro importante, un corso da tenere, tutto ciò si prepara. Un professore o un catechista capirà molto velocemente se una lezione è stata sufficientemente preparata….. abbiamo visto che la messa è un’“azione santa” che richiede una partecipazione attiva dell’assemblea. Per partecipare attivamente, bisogna prepararvisi. Dalla nostra preparazione dipenderà la nostra maniera di vivere la messa. Un tempo, i cristiani indossavano i vestiti belli della domenica per andare a messa. Oggi, per quelli che durante la settimana lavorano in “giacca e cravatta”, è piuttosto l’inverso: essi si vestono cool la domenica. Ma non è questo l’importante, bensì lo spirito: si potrebbe molto semplicemente “vestire a festa” il cuore. Il mezzo migliore resta sicuramente il sacramento della riconciliazione. Ci fu un tempo in cui non ci si poteva comunicare senza prima essersi confessati. Ora è il contrario, non ci si pensa proprio…. La chiesa tuttavia lo richiede in casoo di peccato grave. Ma, anche senza colpa grave, quanto è bene ricevere il Signore in un cuore che Lui stesso ha purificato! Ecco un altro mezzo ancor più alla nostra portata. Quando si va all’opera, soprattutto se il dramma è recitato in una lingua che non si padroneggia, si legge la presentazione del piéce, così si comprende meglio la trama. Perché non prepararci alla messa leggendo in anticipo i testi biblici che saranno proclamati? Possiamo facilmente procurarci un “Messale delle domeniche”, oppure abbonarci ad una rivista che ci offre ogni giorno i testi della liturgia. Una lettura fatta in anticipo ci permetterà di essere più ricettivi della Parola di Dio, e più attenti all’omelia!
Poi, c’è il nostro ingresso in chiesa. Il minimo che si possa fare, per prepararsi bene al mistero che seguirà, è arrivare in orario. E arrivare in orario, vuol dire arrivare almeno cinque minuti prima dell’inizio, per avere il tempo per pregare, di preparare il proprio cuore. Il santo curato d’Ars diceva che occorreva un quanto d’ora per prepararsi correttamente. Egli stesso si preparava alla celebrazione dell’eucarestia con un lungo periodo di adorazione. Niente e nessuno poteva impedire quel momento. Rari sono i luoghi nei quali si permette di arrivare così in ritardo come alla messa. Per un bel concerto tutti sono lì prima dell’inizio. Lo stesso al cinema: alcune persone arrivano ancora durante gli spezzoni pubblicitari di film di prossima programmazione; ma quando il film incomincia, la sala viene completamente oscurata e non è piacevole arrivare così nel buio. Non parliamo del treno, della nave: chi arriva in ritardo può solo attendere il successivo. Invece, alla messa….. Mi sento sempre molto a disagio quando vedo la gente arrivare in ritardo, cioè dopo l’introduzione….. Voi mi direte: ma che cosa faremo in quei cinque, dieci, quindici minuti prima che la messa incominci? E’ bene prepararsi, nella preghiera, a questo grande appuntamento. La cosa più importante è domandare al Signore di avere veramente fame e sete di Lui, di essere riempiti del desiderio di incontrarlo, di ascoltarlo, di riceverlo. Possiamo anche invocare lo Spirito Santo. Senza di Lui, niente si fa in profondità. Lui solo può permetterci di vivere un vero incontro con il Signore. Preghiamo anche per il sacerdote che celebrerà la messa.
UNA RIUNIONE NELLA CHIESA
Il termine chiesa viene dal Greco ekklésia composto dal prefisso ek che significa “fuori da” e dal verbo kaleô, “chiamare”, il senso primo di ekklésia è dunque: assemblea di coloro che sono stati chiamati da fuori per venire dentro. “Fare chiesa” non significa radunarsi tra amici, formare un’associazione, un club di persone che si scelgono tra loro, ma significa rispondere ad una chiamata, a una convocazione e per noi cristiani chi ci convoca e chiama è Dio. Il cardinale Henri de Lubac, grande teologo del concilio Vaticano II, ebbe questa formula stupenda: “E’ la chiesa che fa l’eucarestia, ma è anche l’eucarestia che fa la chiesa”.
E’ LA CHIESA CHE FA L’EUCARESTIA
Questo ci sembra abbastanza evidente: è la chiesa radunata, guidata dai suoi pastori, che celebra l’eucarestia. Questo è il suo compito e la sua missione. La chiesa conserva gelosamente questo tesoro unico che il Cristo le ha affidato: il suo corpo e il suo sangue. Al cuore di tutte le preoccupazioni pastorali, la sua meravigliosa missione è di dare questo nutrimento ai figli di Dio. Essa deve anche fare attenzione che la messa sia celebrata degnamente.
E’ ANCHE L’EUCARESTIA CHE FA LA CHIESA
La comunità cristiana scopre, nel corso degli incontri, che questo invito del Signore la costituisce come chiesa, assemblea visibile e vivente. Come potrebbe essere un’”assemblea di coloro che sono stati convocati” se essa non si radunasse? Non sarebbe niente di più che una nebulosa di individui isolati, senza legami gli uni con gli altri, se non forse una iscrizione sul registro dello stato civile. Moltissimi cristiani purtroppo non hanno più molti legami con la chiesa….. quante volte sentiamo dire: “sono credente, ma non praticante”? la grande maggioranza dei cristiani non è praticante, ciò diventa quasi normale…….Ma come dirsi membro di una chiesa senza partecipare all’assemblea, all’adunanza di questa chiesa? Di fatto, questa assenza di pratica si accompagna spesso a una fede debole. Si sente anche dire: “Non c’è bisogno di andare in chiesa per essere credenti”. Ma come credere in colui che ha detto: “Fate questo in memoria di me”, senza rispondere al suo invito? In occasione della GMG di Parigi, un giovane chiese se fosse obbligatorio andare a messa. Il vescovo rispose: “La messa non è obbligatoria, è vitale!”. La messa è ben più che una riunione; anche i partiti politici, le associazioni, i movimenti si riuniscono. Per mezzo della messa, Dio “foggia” la sua chiesa facendo si che coloro che vi partecipano non formino più che un solo corpo.
RICAPITOLANDO
Le campane sono per noi come la voce di Dio che ci invita a radunarci per “fare chiesa”.
E’ bene che ci prepariamo attivamente a questa grande adunanza che ci unisce e che costituisce la chiesa in un solo corpo.
MEDITATO E SCRITTO DA PADRE LEOPOLDO
PRIORE FRANCESCANO CONVENTUALE DELLA
CHIESA DI SAN FRANCESCO DI BRESCIA.
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